Virgilio Berardocco

Università della Svizzera italiana, Istituto di storia e teoria dell'arte e dell'architettura

Durata del progetto:

2015

Relatore/i - Relatrice/i:

Christoph Frank, Kornelia Imesch Oechslin

Progetto:

L'opera di Harald Szeemann tra anacronismo e fantasmagoria

Harald Szeemann (Berna 1933-Canton Ticino 2005) usava definirsi un “creatore di mostre” ed un “poeta dello spazio”. Un “curatore indipendente senza casa” che ha rivoluzionato le pratiche artistiche e i luoghi espositivi tradizionali, facendo della mise en scène artistica non solo un mestiere, ma una vera e propria forma d’arte. Il rovesciamento dell’approccio stilistico nella concezione e nell’allestimento delle mostre d’arte ha informato l’intera attività critica e curatoriale di Szeemann, il quale sostituì la vetusta dialettica stilistica con la prospettiva costruttivista ed emancipativa offerta dalla filosofia della différance. Uno degli obiettivi posti da tale progetto di ricerca consiste nel ripensare il peculiare approccio curatoriale dello studioso svizzero, che alla disposizione cronologica delle opere d’arte preferì un orientamento metodologico precipuamente tematico, collocandole entro un “reticolo organizzato di ossessioni” che privilegia l’anacronismo e la disposizione delle medesime per “somiglianze di famiglia”; ma si vuole riconsiderare l’eredità di Szeemann altresì alla luce del panorama artistico e curatoriale italiano, individuando possibili elementi di contiguità rispetto al lavoro di eminenti figure del mondo dell’arte come Arturo Schwarz e Germano Celant, coi quali questi ebbe pur modo di collaborare. Infine, s’interrogherà il suo prezioso archivio, fuggendo tuttavia le insidie nonché le lusinghe insite in ogni forma di monumentalizzazione, per accostarlo invece alle topografie emozionali quali la Carte du pays de Tendre posta a corredo del romanzo di Madeleine de Scudéry, Clélie (1654), o il Museo Marès (1893-1991) di Barcellona: non già un deposito chiuso e polveroso contenente documenti e materiali inerti con cui erigere monumenti, bensì un luogo capace di suscitare idee ed emozioni; un gabinetto di curiosità creatore di visioni e fantasmagorie.

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